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A partire dal 1469 Venezia divenne uno dei centri tipografici più prolifici d’Europa nella stampa libri. I libri che riscossero maggior successo presso la Serenissima furono quelli che trattavano argomenti inerenti il diritto e la filosofia.
Un buono sviluppo di stamperie si registrò anche a Roma, Milano e Firenze, la cui produzione libraria si specializzò in testi religiosi e letterari. Bologna, invece, primeggiava per le opere astronomiche.

Le prime stampe e stamperie in Italia

stamperieIl più grande stampatore italiano dell’epoca fu Aldo Manuzio (Bassiano, 1449 – Venezia, 6 febbraio 1515), il quale, tra l’altro, era anche un raffinato letterato di matrice umanista.
La prima stampa della sua tipografia (Erotèmata, una grammatica greca), che risale al 1495, immediatamente riscosse un enorme successo e venne considerata di gran pregio grazie alle sue raffinate incisioni.
Manuzio, inoltre, è passato alla storia per aver inventato il carattere corsivo (detto italico o aldino), ispirandosi alla calligrafia cancelleresca rinascimentale. Esecutore di questo innovativo carattere fu l’incisore Francesco Griffo  (Bologna, 1450 circa – Bologna, 1518 circa), che collaborava con la tipografia di Manuzio.
Il primo testo ad essere stampato in corsivo fu la Divina Commedia, che, nella versione di Manuzio, si presentava completamente priva di commenti, in risposta alle edizioni del secolo precedente che appesantivano il testo dantesco con un enorme quantità di osservazioni esegetiche.
Va ricordato, inoltre, che ogni testo edito dalla stamperia veneziana era contraddistinto dal caratteristico “logo” aldino, rappresentato da un delfino attorcigliato intorno ad un’ancora e dalla didascalia Aldus.
Erasmo da Rotterdam tentò di spiegare il significato di questa suggestiva immagine in virtù del motto aldino Festina lente, ovvero Affrettati lentamente: il delfino sarebbe simbolo della velocità e dell’azione, mentre l’ancora rappresenterebbe la stabilità e la saggezza.
Gli altri editori-librai attivi a Venezia
La produzione libraria di Venezia, tuttavia, non si esaurisce con la tipografia di Manuzio. La Serenissima, infatti, è stata sede di altre celebri tipografie: si pensi, ad esempio, a quella di Giunti, che si distinse per la produzione di testi religiosi e scientifici o a quella dei Giolito, che stampava perlopiù testi in italiano volgare.

Di Redazione

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