Ognuno di noi ha avuto la possibilità di osservare da vicino la formazione di gocce quando un liquido viene posto in condizioni di caduta libera – ad esempio utilizzando un collirio per gli occhi oppure un medicinale in forma liquida da misurare appunto in gocce.
Il fenomeno scientifico che porta alla formazione e alla successiva caduta delle gocce, per quanto ritenuto “banale” nonché ordinario nella vita di tutti i giorni, in realtà è stato studiato in maniera approfondita dalla scienza addirittura a partire dal diciannovesimo secolo in quanto facente parte delle teorie dell’idrodinamica.
Tra i diversi fattori che entrano in gioco troviamo in particolare la tensione superficiale dell’acqua, l’inerzia, la forza di gravità, la pressione e la viscosità dei liquidi, ma quando si parla di enunciazioni matematiche che permettono di descrivere il fenomeno si arriva a un elevatissimo grado di complessità: e tutto per una semplice goccia che si forma da un rubinetto che non chiude perfettamente o da un flacone contagocce per medicinali!
Attraverso studi scientifici e rilevazioni di laboratorio è stato scoperto che, per via della forza di gravità, la sezione di un flusso liquido in caduta libera diminuisce all’aumentare della distanza dal punto di fuoriuscita (es. rubinetto): in pratica, avviene un assottigliamento. La conformazione del flusso e la predisposizione alla formazione delle gocce sono influenzate soprattutto dalla tensione superficiale.