Sono passati ormai quasi 25 anni da quando è stata istituita la legge quadro sul volontariato, una formula necessaria e complessa da realizzare che è stata compiuta dopo proposte, dibattiti e modifiche che sono state portate avanti per decenni.

imgresQuesto strumento normativo ha richiesto una lunga gestazione perché doveva essere il documento finale per poter scrivere una disciplina definitiva, un punto finale rispetto alla questione del lavoro volontario. La normativa della legge quadro volontariato rappresenta il risultato di tutti quegli anni di studio e convegni che sono stati fatti per riuscire ad interpretare il fenomeno del volontariato, imponente dal punto di vista della portata sociale.

A quel tempo rappresentava una novità e, visto, il numero di persone che andava a coinvolgere, bisognava creare una modalità che controllasse il rischio di sfruttamento delle risorse che venivano donate in modo gratuito. Il varo della legge nazionale è stato sicuramente un punto di partenza solido per poter riconoscere, identificare e anche amministrare questo importante fenomeno sociale.

Il primo comma dell’art.1, infatti, ”riconosce il valore sociale e la funzione dell’attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne propone lo sviluppo salvaguardandone l’autonomia e ne favorisce l’apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale individuate dallo stato, dalle regioni, dalle provincie autonome di Trento e Bolzano e dagli enti locali“.

Di ZenzCom