Sono passati più di 10 anni dalla nascita del colosso dei social network, Facebook. Era il 4 febbraio 2004, quando Mark Zuckerberg, studente dell’università di Harvard, lanciò il servizio di rete sociale che oggi viene utilizzato in tutto il mondo.
Negli anni successivi, nacquero poi Twitter, Instagram, Pinterest, Snapchat e tutti gli altri social, che da strumento di svago si sono evoluti in importanti luoghi, dove è possibile fare business.
A metà 2017, se prendiamo come oggetto di discussione i social network, dobbiamo partire da un presupposto innegabile: sui social ormai ci sono tutti.
Dalle aziende del settore abbigliamento, fino a quelle dell’arredamento e dell’alimentare. Nessuno è sfuggito ai social, che ogni giorno diventano sempre più competitivi. Il primo errore da evitare è quindi, quello di pensare che i social network siano inutili. Le aziende devono essere presenti su queste piattaforme e strutturare precise strategie di social media marketing. Ma sanno farlo? In Italia, non proprio.

Dove sbagliano le aziende italiane

La maggior parte degli imprenditori italiani si approccia ai social con troppa leggerezza. Questo è l’errore di base più comune. Pensare che l’attività di social media marketing, possa essere gestita senza criterio e programmazione, porta solo risultati negativi. Da questo errore di base, derivano un’infinità di errori secondari, come:

  • Affidare la gestione dei social a persone impreparate
  • Attivare tutti i canali social
  • Pubblicare contenuti senza nessuna strategia
  • Non investire budget
  • Giudicare come unico indicatore statistico i like alla pagina
  • Essere troppo autoreferenziali
  • Pubblicare poco o lasciare la pagina vuota
  • Non interagire con i propri follower

Trovare un’azienda italiana, che non faccia nemmeno uno di questi errori, è una cosa abbastanza rara. Tuttavia esistono alcuni case history di aziende italiane, che possono considerarsi “maestre dei social”
social media marketing

Social Media Marketing: il caso Unieuro

595.000 likes, 37.800 follower e 19.600 follower: questi i numeri delle pagine Facebook, Twitter e Instagram di Unieuro. L’azienda italiana, vede crescere costantemente i propri follower su tutti i social.
A cosa è dovuto il successo? Banalizzando potremmo dire, che sia dovuto ad evitare tutti gli errori elencati in precedenza.
Unieuro ha raggiunto il successo sui social perché:

  • Utilizza immagini divertenti, non mirate direttamente alla vendita
  • Interagisce con i propri follower rispondendo alla maggior parte dei commenti
  • Utilizza esclusivamente 3 canali social
  • Pubblica contenuti almeno una volta al giorno
  • Sponsorizza le immagini che ricevono più like
  • Assegna la gestione dei social a persone preparate
  • Pianifica una precisa strategia di comunicazione, dove definisce obiettivi, budget, tempi di realizzazione

Prendere esempio dai migliori per iniziare!

Deve essere il punto di partenza di tutte le aziende. Nessuno deve avere la presunzione di ritenersi migliore dei propri competitors. Una volta raggiunta tale consapevolezza, si può iniziare a definire la propria strategia di social media marketing. Oltre a stabilire tempi,obiettivi e budget, si deve fare uno studio importante sul target di riferimento. Chi è il nostro cliente?
Tutte le decisioni vanno prese in relazione al nostro target. Le statistiche offerte da Facebook e gli altri social, ci permettono di vedere quali sono i contenuti più efficaci. Le pubblicazioni dovranno allinearsi a tali metriche.

L’importanza dei dati nelle strategie di marketing

I dati sono fondamentali per qualsiasi attività di marketing.
Dalla programmazione di campagne di email marketing e Google Adwords, alla gestione social. Solo attraverso i dati, possiamo conoscere i nostri clienti e sviluppare una comunicazione diretta ad intercettarli. Per gestire al meglio queste metriche, sono state sviluppate specifiche DMP ( Data Management Platform ).
Le piattaforme di gestione dati, raccolgono tutte le statistiche provenienti da siti web,social,email marketing ecc.. le elaborano con complicati algoritmi e rivelano specifici segmenti di target per la nostra attività. Per conoscere le piattaforme di gestione dati più diffuse, vi rimandiamo all’articolo che spiega dettagliatamente “cos’è una data management platform”.

Di Redazione

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