Batte forte il cuore dei donatori di sangue italiani. Dopo l’allarme lanciato questo mese in occasione della Giornata nazionale di sensibilizzazione del 14 giugno («non c’è ricambio generazionale, servono giovani volontari»), il Corriere ha raccolto testimonianze che provano la vitalità del settore. È dunque il momento di premere l’acceleratore e di coinvolgere nuovi iscritti alle associazioni. Il potenziale c’è. Ecco qualche segnalazione inviata al nostro giornale.
Gesto nobile
Sandro Cicogna, presidente Avis di Venezia città Lagunare: «Nel 2016 abbiamo ricevuto 275 nuove adesioni, un centinaio i giovani tra 18 e 24 anni. Se i giovani vengono informati e coinvolti molto si può ottenere. La donazione è un gesto nobile». Racconta Mario Lauro, associato Fidas in Liguria: «Sono stato chiamato per una donazione non programmata, in genere ne faccio due all’anno. Il problema della carenza si sta facendo serio. E se ci fosse una legge per imporre un minimo di donazioni per il rinnovo della patente?».
Polizia e missione
Ci sono anche esperienze negative, come quella di R.F., ex donatrice per raggiunti limiti d’età: «Quando mi sono recata in ospedale, ho seguito un iter al limite del surreale. Capisco l’attenzione nella sicurezza e dunque la selezione, ma non rischiamo di annullare la potenzialità dei volontari? Nel 2017 è quasi impossibile trovare giovani che soddisfino tutte le richieste dei questionari da compilare presso i centri trasfusionali». L’associazione della Polizia di Stato è una delle più attive: «Il prefetto Gabrielli ha affermato che attraverso la donazione un poliziotto raggiunge la sublimazione della propria missione al servizio del cittadino», cita le parole del Capo il consigliere dei donatori, Girolamo Cerbone.
I ragazzi di Bibione
Per avvicinare i giovani, la Cri (Croce rossa italiana) usa il gioco, ci ricorda M.C. Gabriele Brogelli, presidente di Aics, associazione di volontariato sociale nella provincia di Firenze, segnala un’iniziativa che parte il 30 settembre fino al 25 novembre: 8 incontri settimanali per illustrare i vari aspetti della solidarietà in collaborazione anche con Avis e Admo (Associazione donatori midollo osseo). Il presidente dell’Avis di Bibione, in provincia di Venezia, si chiama Ervino Drigo: «Nel 2016 abbiamo raddoppiato la raccolta di sangue e sa cosa mi rende felice? I ragazzi mi fermano per strada e mi chiedono di unirsi a noi».
La start up
Le difficoltà non mancano. Ecco cosa denuncia Vittorio Morlacchi, consigliere di una sezione Avis medio-piccola: «Uno dei tre centri ospedalieri cui ci appoggiamo, è aperto due sabati al mese e su appuntamento, a causa di tagli a budget e personale. D’altro canto i lavori hanno difficoltà ad assentarsi dall’ufficio, i loro capi storcono la bocca. Le campagne di sensibilizzazione dovrebbero andare avanti tutto l’anno, non solo in estate». La Start up MOODika propone la smart donor, un’applicazione per creare e valorizzare la più vasta community italiana di donatori. Una cinquantina di associazioni stanno testando il sistema.
Fonte: www.corriere.it