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Il territorio italiano presenta un grado di rischio sismico molto variabile da una zona all’altra: ci sono infatti regioni che, come la Sardegna, hanno un rischio bassissimo, e aree a ridosso dell’Appennino centrale e meridionale che sono soggette con una certa periodicità a forti terremoti, come peraltro successo in anni recenti.
L’Emilia Romagna presenta il maggior grado di rischio sismico soprattutto nelle zone appenniniche: secondo l’Ordinanza del PCM n° 3274, risalente al 2003, molte aree montane ricadono nella cosiddetta “zona 2” a cui corrisponde una sismicità media, mentre le zone di pianura e di collina spesso hanno una sismicità bassa (“zona 3”).
I terremoti anche di entità distruttiva, come quelli verificatisi nel 2012, sono purtroppo un’eventualità con cui gli abitanti della regione devono fare i conti e verso cui c’è oggi una sensibilità che non c’era in passato.
Gli edifici in muratura sono tendenzialmente vulnerabili nei confronti delle onde sismiche, poiché caratterizzati da una notevole rigidità strutturale che può portare a crepe e rotture delle strutture portanti; molto più sicuro è invece il legno, poiché si tratta di un materiale elastico e che assorbe le onde sismiche senza esserne danneggiato.
Le costruzioni in legno in Emilia e nelle province romagnole rappresentano una scelta all’insegna della sicurezza e della tranquillità per chi desidera tutelarsi contro eventi futuri imprevedibili e potenzialmente distruttivi, e che offrono anche il vantaggio di un eccellente isolamento termo-acustico.

Di ZenzCom