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Gianluigi Paragone è il primo firmatario di un testo portato in Aula e indirizzato al ministero per lo Sviluppo Economico per conoscere le intenzioni di Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
L’interrogazione presentata da Paragone in Parlamento è stata fatta per dar voce ai tanti italiani che, negli scorsi giorni, hanno affollato la sua bacheca Facebook con testimonianze dirette. L’azione del senatore è un preludio di una dichiarazione di guerra ai costi fissi in bolletta, quelli che vedono gli utenti costretti a pagare anche 60-70 euro nonostante non abbiano di fatto consumato energia.
I costi fissi sono oneri non legati alla fornitura del servizio. Anche se il servizio è in concreto assente, quella parte fissa è comunque richiesta a ogni cittadino per la copertura di servizi di pubblico interesse, come per esempio gli incentivi all’uso di fonti rinnovabili. Si paga anche senza consumare nulla, in pratica, versando soldi utilizzati ad appositi istituti, come il Gestore dei servizi energetici, per il bene di tutti. A disciplinare questo tipo di imposte è Arera, alla quale è stata rivolta l’interrogazione parlamentare per avere risposte in merito al recente aumento di questo tipo di spesa.
Nel testo portato in Aula dal Movimento Cinque Stelle si domanda come la recente riforma della tariffa elettrica abbia avuto tra gli effetti proprio quello di far impennare le quote fisse per gas e luce, un incremento che ha colpito soprattutto i proprietari di una seconda casa. Una “tassa occulta sul patrimonio”, è stata definita da Paragone, aumentata anche nei casi in cui i consumi sono di fatto zero o quasi, come nei casi delle case sfitte, negozi chiusi etc.
Le cose, nei prossimi mesi, potrebbero addirittura peggiorare. Arera ha infatti deciso di rimandare al 2020 il terzo e ultimo passaggio della riforma della bolletta elettrica, quello che prevede il definitivo superamento della struttura progressiva della tariffa. Spese uguali per ogni livello di consumo, non più progressive con degli scaglioni a fare da punti di riferimento. Il tutto in un mercato che sarà liberalizzato e dove saranno le società elettriche a fare le loro proposte agli utenti, non più vincolati alle decisioni dell’Authority di settore.
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Di Redazione

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