Cibo bio, benefici maggiori se proviene da orti a km zero,

Studio conferma valori nutrizionali della filiera corta

Per cogliere i benefici del consumo di cibo bio è fondamentale il km zero. A sostenerlo è il Report YouFarmer Bio&Salute 2019. Dallo studio, nato dalla collaborazione tra la piattaforma di co-farming YouFarmer finalizzata a consentire di avere il proprio orto a km zero coltivato da aziende agricole certificate biologiche e biodinamiche e l’Istituto Ricerche Applicate di Usmate Velate (Monza e Brianza), emerge che i prodotti da agricoltura biologica apportano benefici nutrizionali superiori a favore della salute cardiovascolare e prevenzione del cancro se provenienti da orti biologici a km zero.
I risultati della ricerca, condotta nell’ultimo anno dalla ricercatrice dell’Iss nel dipartimento di oncologia e medicina molecolare Mariantonia Logozzi, hanno quindi confermato, con numeri e percentuali alla mano, che per avere benefici del consumo di cibo bio è fondamentale il km zero.
“La conservazione a temperature di +4 gradi per lungo tempo degrada – spiega infatti una nota – i fitonutrienti presenti nelle verdure e importanti vitamine idrosolubili, come la vitamina C, alleata indiscutibile della nostra salute”. I ricercatori spiegano inoltre nel dettaglio che “le colture bio contengono in media un contenuto più elevato delle sostanze nutritive principali, rispetto alle colture convenzionali. Ad esempio, il contenuto di vitamina C di un frutto o di un ortaggio biologico è il 27% in più, in media, di prodotto coltivato impiegando fertilizzanti e pesticidi”.
Infine si suppone che se consumati tutti e cinque gli ortaggi più studiati, in una dieta bio si consumano 89.2 mg di vitamina C contro i 67.9 mg di una dieta convenzionale.
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Di Redazione

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