Ormai si tratta di meccanismi di algebra politica: ogni situazione si ripete per secoli nello stesso modo cambiando solo il nome dei protagonisti che fortunatamente non sono immortali.
Ora ad Hong Kong c’è un nuovo leaderino, Joshua Wong, di 23 anni (Greta docet) che ha fiutato la possibilità di darsi una sistemata perché la vita e così s’è fiondato sulla rivolta anti-cinese ma, naturalmente, da scaltro nerd non vuole che lo chiamino “leader” (questo, naturalmente, per le già citate leggi ne aumenta esponenzialmente la desiderabilità proprio come leader).
Questi fenomeni ricordano pure la leader birmana Aung San Suu Kyi, pasionaria dei diritti civili e premio Nobel per la Pace, che appena raggiunto il potere ha perseguitato (e perseguita) la minoranza islamica del suo Paese tanto che il Canada le ha revocato la cittadinanza onoraria che improvvidamente le aveva concesso.
Il mondo è pieno di furbacchioni che aspettano solo la dabbenaggine dell’opinione pubblica radical – chic per piazzarsi ai vertici e fare peggio di loro. Basta leggere La Fattoria degli Animali del grande George Orwell per sapere come va sempre a finire.
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Di Redazione

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