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L’abolizione delle regioni a statuto speciale è sempre stata un pallino dei renziani.
Matteo Renzi, nel suo libro “Stil Novo”, pubblicato nel 2012, scriveva che le province dovrebbero essere “trasformate in enti di secondo livello” e “via le regioni a statuto speciale”.
Un’intenzione confermata qualche anno dopo, nel 2014, dall’allora ministra Maria Elena Boschi, che dichiarò: “Regioni a statuto speciale on è il momento propizio, ma sarei favorevole alla soppressione delle autonomie speciali”.
Oggi, però, la Boschi sembra aver cambiato idea. Niente abolizione delle Regioni a statuto speciale, ma, candidatura a Bolzano, la provincia autonoma che fino a qualche anno prima avrebbe voluto far sparire.
Il deputato del M5S Angelo Tofalo osserva sul Blog di Beppe Grillo:
“La scelta di candidare Maria Etruria Boschi nel collegio di Bolzano dimostra che il Pd è in pieno psicodramma. Quando era ministra per le riforme, nel 2014, Boschi ha detto esplicitamente di essere favorevole alla soppressione delle province a Statuto speciale. Ora vuole usare l’Alto Adige per farsi rieleggere, forte della norma su misura per i partiti locali contenute nel Rosatellum. È uno schiaffo nei confronti del nostro territorio, derubricato a ufficio di collocamento degli impresentabili e costretto a subire l’incoerenza di un partito ormai alla frutta.
La consapevolezza delle disfatta alla elezioni sta spingendo il Pd ad usare i collegi come poltronifici, calpestando ogni principio di competenza e radicamento territoriale.
Peraltro Boschi ha detto di aver tutelato in ogni sede la banca di famiglia solo per il bene della comunità aretina. Ci tiene così tanto al suo territorio che ora vuol farsi eleggere a Bolzano, evidentemente per fare anche stavolta gli interessi delle banche altoatesine.
Non immaginiamo i danni che sarebbe capace di arrecare. Candidare in Trentino Alto Adige la sottosegretaria al conflitto di interessi che voleva abolire l’autonomia è un insulto alla dignità di miei concittadini. Boschi ha espresso nei fatti la peggior cultura centralista del Pd, fondata sulla concentrazione dei poteri e l’uso privatistico delle istituzioni.
Il M5S l’aspetterà al varco sfidandola sui temi, a partire dal decentramento e dalla partecipazione, sulle proposte per il territorio e sul programma di Governo”.
Fonte: Silenzi e Falsità

Di Redazione

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