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È morta a 34 anni in un letto d’ospedale, dopo un lungo ricovero, Imane Fadil, una delle testimoni-chiave del caso Ruby. Deceduta l’1 marzo scorso all’ospedale Humanitas di Milano, la notizia è trapelata soltanto nella giornata odierna.
Sulla morte di Imane Fadil, la modella di origini marocchine di 34 anni testimone chiave dell’accusa nei processi sul caso Ruby, sta indagando la Procura di Milano che ha aperto un fascicolo per omicidio. Lo ha riferito il procuratore di Milano Francesco Greco, spiegando anche che la giovane aveva detto ai suoi familiari e avvocati che temeva di essere stata avvelenata.
Sul corpo è stata disposta l’autopsia.
Lo scorso Gennaio Imane Fadil, con le altre due testimoni Ambra Battilana e Chara Danese era stata esclusa dal tribunale dalle parti civili nel processo Ruby ter a carico di Silvio Berlusconi e altre 23 imputati. Il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio avevano così definito la condizione delle tre ragazze: “Sono ragazze che hanno subito infinite e dirette possibilità di danno da questa vicenda, dallo stress alle difficoltà relazionali. Di fronte a eserciti di persone che, come un’unica voce, sostenevano la loro tesi erano una minoranza per cui loro stesse, in inferiorità numerica, avrebbero potuto essere accusate non solo di falsa testimonianza ma anche di calunnia”.
L’articolo Caso Ruby, morta la testimone-chiave Imane Fadil: ipotesi avvelenamento

Di Redazione

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