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L’incontinenza anale, ossia l’incapacità di controllare pienamente lo sfintere che ha come conseguenza perdite accidentali di masse o liquidi fecali, è con tutta probabilità uno dei disturbi più socialmente debilitanti e lesivi della qualità di vita che si possono verificare in persone che, altrimenti, sarebbero perfettamente sane.
Un individuo che si trova a fronteggiare i sintomi dell’incontinenza rettale non solo si trova a disagio con il suo corpo, del quale percepisce di non avere più il completo controllo, ma può andare incontro al progressivo isolamento sociale, alla perdita di autostima e, non da ultimo, alla depressione.
Medico e paziente in sala operatoriaNonostante la gravità dei sintomi e le ancor più serie ripercussioni sull’esistenza quotidiana, quando si viene colpiti da questo problema proctologico (o è un membro della famiglia a soffrirne) non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto perché la medicina ha una cura per ogni caso.
Fondamentale è stato, in tal senso, lo sviluppo e il costante affinamento delle tecniche chirurgiche a ridotta invasività di cui THD Gatekeeper è un esempio emblematico. Questo metodo chirurgico si basa sull’impianto di miniprotesi autoespandenti a livello dello sfintere anale che, aumentando di dimensioni grazie all’assorbimento di acqua dai tessuti circostanti, vanno a ripristinare la funzionalità sfinteriale.
THD Gatekeeper vanta all’attivo un elevato numero di casi di successo e la sua efficacia è ulteriormente comprovata dal fatto che l’intervento sia riconosciuto dal sistema sanitario nazionale ed effettuato in tutta Italia.

Di ZenzCom